Quella fra Sangiovannese e Montevarchi si preannuncia una bella sfida sotto il profilo del tifo per quello che è il derby del Valdarno numero 105. Questa volta per gli ospiti niente treno ma macchine e motorini con il successivo corteo dei tifosi che, a livello fotografico e visto il periodo di magra, è un’autentica manna dal cielo per noi amanti del genere. Tempo di parcheggiare i mezzi e il loro percorso parte proprio verso il vicino impianto sangiovannese. Bei treni e tanti battimani, il tutto accompagnato da fumogeni colorati a fare da cornice ad una giornata che sotto il profilo ultras si preannuncia subito interessante.
Entro dentro l’impianto del Marzocco quando manca davvero poco al calcio d’inizio, talmente tardi da non ricevere neppure la tradizionale pettorina. La gradinata occupata dai tifosi locali è bella gremita, in bella mostra uno striscione ispirato da una celebre canzone dei Bull Brigade, gruppo punk rock della scena torinese il cui testo è dedicato al ricordo del grande Torino. Bella frase d’impatto che fa da preludio alla coreografia odierna: sventolio di bandiere condito da sciarpe e qualche due aste, semplice ma piacevole all’occhio fotografico.
La partita inizia con gli ospiti che si sistemano nel proprio settore e così può iniziare pure la sfida del tifo: battimani sempre protagonisti seguiti dall’incessante sventolio di bandiere da ambo le parti; presenti i gemellati empolesi con i montevarchini, mentre i pavesi affiancano i sangiovannesi. La partita in campo scorre piacevole, anche se le due compagini navigano in una posizione di medio bassa classifica e non meno interessante è il batti e ribatti fra le due curve, che mi portano a scattare foto da una parte all’altra senza pausa. Continui gli sfottò, del resto è un derby e il campanilismo si fa davvero sentire con in più gli ospiti che, in svariate occasioni, tirano in mezzo anche i rivali aretini facendoli a loro volta oggetto di slogan irriverenti.
Cori, mani, pirotecnica, striscioni ironici, tutto ciò che un amante del panorama ultras può chiedere oggi è realtà tangibile. Quando la partita sta poi per giungere alla fine, arriva la svolta proprio nei minuti di recupero, con un calcio di rigore concesso agli ospiti che trasformano portandosi infine sotto il settore ospite, fra la gioia e il tripudio dei presenti e lo sgomento del pubblico di casa. C’è addirittura un secondo rigore qualche minuto dopo ma questa volta il numero uno sangiovannese para, anche se ormai il tempo è scaduto e non c’è più tempo per sperare in un miracolo. La partita finisce così, con i rossoblù che festeggiano con i propri tifosi inneggianti un ironico “Non vincete mai”. Lascio il Virgilio Fedini conscio d’aver assistito ancora una volta ad un bel derby, uno di quelli che resiste al logorio del calcio moderno, del suo marketing e dei suoi divieti che tutto annullano.
Testo e foto di Sauro Subbiani