Sono passati diciannove anni dal doloroso scippo da parte della nota multinazionale degli energy drink e dalla successiva rifondazione, ma i tifosi dell’Austria Salisburgo continuano a viaggiare con immutata passione al seguito della loro squadra in ogni partita, non importa quanto piccolo sia lo stadio oppure, come nel caso odierno dello Sportanlage an der Ratz, se non c’è nessuno stadio, considerando che l’unica tribuna è stata recentemente demolita e la costruzione della nuova è appena iniziata.

Questa volta i salisburghesi sono ospiti a Röthis, una piccola comunità di circa 2.200 abitanti nella densamente popolata valle del Reno del Vorarlberg (vicino al confine svizzero), dove ogni cinque km si incontra una squadra di calcio con ambizioni regionali e talvolta anche superiori. In mancanza di ogni altra struttura, circa 150 tifosi e ultras si posizionano a bordo campo dove eseguono una piccola coreografia all’inizio della partita e un tifo notevolmente rumoroso e compatto, molto colorato grazie alle tanti bandiere che hanno sempre con sé.

Il sostegno instancabile e continuo conosce una sola pausa di silenzio quando, alla mezz’ora circa, vengono esposti due striscioni in ricordo dei tre giovani ultras di Foggia morti pochi giorni prima, in un incidente stradale, di ritorno dalla trasferta di Potenza.

In campo, la squadra di Salisburgo, seconda in classifica, si trova a lungo in difficoltà contro lo sfavorito ma combattivo Röthis, quindi il sollievo è ancora maggiore quando, pochi minuti prima del fischio finale, viene segnato il gol della vittoria che permette loro di restare in scia dell’Imst in vetta alla classifica, goal ovviamente celebrato con l’esplosione in una rumorosa e interminabile esultanza.

Delusione tra gli spettatori locali (non ci sono tifosi organizzati, come nella maggior parte dei club di categoria inferiore del Vorarlberg), gioia invece per i tifosi viola che restano in lotta per la promozione e che, di conseguenza, possono affrontare le circa quattro ore e mezza di viaggio verso casa appaggati e soddisfatti.

Testo e foto di Jürgen De Meester