Quella fra Scafatese e Pompei è una di quelle partite che sa quasi di stracittadina. Se dal punto di vista storico è un derby inedito, in quanto mancava in campo praticamente dalla fine degli anni ’90, geograficamente si può definire appunto quasi una stracittadina, considerando che i due agglomerati urbani sono talmente vicini da risultarne di fatto una cosa sola. I centri cittadini distano solo due km fra di loro, condividono un’uscita autostradale e le persone si conoscono praticamente tutte fra di loro, tra scafatesi che lavorano a Pompei e viceversa.

L’ultima accennato incontro tra le due compagini risale al campionato di Eccellenza, all’epoca la squadra di Pompei si chiamava Virtus Pompei e giocava nello stadio Fossavalle (attualmente in disuso) senza un vero e proprio tifo organizzato al seguito, a differenza della Scafatese che godeva già del sostegno di gruppi ultras navigati e con tanta esperienza alle spalle. Il passato degli scafatesi, d’altro canto, non ha bisogno di tante presentazioni, mentre i pompeiani si sono riaffacciati al mondo del calcio (e quindi del tifo) solo tre anni fa, dopo ben dodici anni di assenza del calcio nella città mariana. Dal punto di vista dei risultati calcistici invece, le ultime giornate sono state deludenti per entrambe, quindi la voglia di riscatto caratterizza indistintamente le due tifoserie, anche se a Pompei, purtroppo, in settimana sono stati notificati alcuni daspo che hanno destabilizzato l’ambiente, una vera e propria batosta, specie per una tifoseria giovane come quella rossoblù e con un bacino d’utenza non di certo illimitato.

Tornando alla partita odierna, il Comunale di Scafati presenta praticamente il tutto esaurito, mentre nel settore ospiti sono presenti circa 150 spettatori di fede opposta, di cui una 60ina circa a tifare con costanza. Ad accompagnare l’ingresso in campo delle due squadre ci sono le coreografie delle loro rispettive tifoserie: i padroni di casa colorano il settore con bandierine gialle e blu, alternando e interscambiando le due metà di colore con uno striscione sottostante che invita i calciatori in campo ad onorarli; i pompeiani invece espongono un copricurva rossoblù accompagnato da fumogeni, meno impegnativo ma non per questo meno piacevole.

Il tifo vocale inizia veramente bene con gli scafatesi che partono a bomba e con i pompeiani che si fanno sentire con bei cori a ripetere nonostante l’inferiorità numerica.

Il primo tempo lo passo sotto la curva di casa che non fa mai mancare il proprio apporto nemmeno per un secondo. Voce e pirotecnica la fanno da padrona ma se dovessi dire cosa mi è piaciuto di più, direi sicuramente i battimani, a cui partecipano tutti i presenti creando un notevole impatto visivo. In campo, nel primo tempo, non c’è storia e i ventidue atleti vanno al riposo sul 3-0. Durante questa prima frazione, gli scafatesi espongono anche lo striscione (visto su più campi): “13/10/24 la morte non è uguale per tutti”, chiaro riferimento al mancato minuto di silenzio in seguito alla morte dei tre giovani ultras foggiani vittime di un incidente stradale al ritorno dalla trasferta di Potenza.

Se i quindici minuti prima della ripresa delle ostilità sono il momento migliore per una pausa, il gruppo scafatese AVC, anche in quest’occasione offre come diversivo una propria fanzine, invitando i tifosi a non criticare gli ultimi risultati negativi ma a tifare e non mollare, ricordando magari che fino a pochi mesi fa si girava mestamente nei campi di Eccellenza.

Nel secondo tempo mi sposto sotto il settore pompeiano, e devo dire che nonostante il pesante passivo della propria squadra e le minori proporzioni numeriche rispetto ai dirimpettai non si sono mai arresi, tifando fino ed oltre al novantesimo minuto. Tutto considerato e aggiungendo anche le recenti diffide, meglio di così non potevano proprio fare. La squadra nel secondo tempo ha reagito, ma non è bastato per recuperare il match che alla fine termina per 3 a 1 in favore dei canarini. Al triplice fischio finale dunque, mentre i padroni di casa festeggiano la vittoria, fra gli ospiti monta la contestazione per l’ennesima prestazione negativa ricevuta in cambio del loro massimo supporto.

Testo e foto di Emilio Celotto