Reduce dalla deludente sconfitta di Locri che ha tanto il sapore amaro dell’occasione persa, anche a causa del contemporaneo mezzo passo falso della Scafatese, il Siracusa ritrova il “De Simone” e il suo pubblico amico con la ferma intenzione di un pronto riscatto. L’avversario è forse il miglior viatico in tal senso, considerando che l’Acireale quest’anno annaspa faticosamente e si ritrova attualmente all’ultimo posto in classifica. Certo l’umore non è dei migliori in casa acese ma c’era verosimilmente da aspettarsi una bella partecipazione granata, in nome della vecchia e fiera rivalità che divide le due piazze. Invece finisce con il settore ospiti mestamente vuoto, chiuso dalle autorità dopo gli incidenti della scorsa stagione, così come avvenuto sia ad Acireale nella gara di ritorno di quel campionato, che nella successiva gara di Siracusa valida per i pleonastici playoff.
Non c’è il pubblico delle grandi occasioni, non c’è in realtà nemmeno il solito pubblico a sostegno dei Leoni, visto che alla mancanza di stimoli per l’assenza di un sentito confronto sugli spalti, si aggiunge la gara in infrasettimanale. Giocare di mercoledì alle 15 taglia fuori una vasta fetta di pubblico, essendo inoltre stata indetta la “Giornata Azzurra”, quella in cui gli abbonamenti non sono validi, è lecito pensare che tutte le cause ostative messe insieme abbiano contribuito alla flessione.
Il colpo d’occhio comunque è tutt’altro che disprezzabile, specie in Curva Anna dove, nella parte centrale, si raccoglie compatto il solito zoccolo duro a sostegno dei biancazzurri. Niente di trascendentale dal punto di vista coreografico, rispetto alle precedenti occasioni non ci sono nemmeno striscioni ad esprimere posizioni e pensieri della tifoseria, ma immancabile è lo stuolo di bandieroni e bandiere a colorare il settore popolare del tifo locale. Cori, folti e partecipati battimani, sostegno generoso per la propria squadra in campo che, da par suo, ricambia chiudendo la pratica già nel primo tempo, con due reti di bomber Maggio. Il secondo tempo è pura accademia, sono quarantacinque minuti in controllo che scivolano via quasi stancamente, cercando di amministrare le forze in vista del resto della lunga stagione a venire. Si chiude quasi senza troppi altri sussulti se non fosse che, in quel di Vibo, la Scafatese cede per 3-1 e regala la vetta al Siracusa: in una giornata che per diversi aspetti avrebbe potuto regalare molto di più, il più bel regalo arriva insomma dal terreno di gioco. Assodato dell’inutilità dei playoff già lo scorso anno, non resta che focalizzare l’attenzione sulla stagione regolare, evitando altri scivoloni come quello di Locri e regalarsi il sogno del ritorno al professionismo.
Foto di Giuseppe Ragnolo