Per la sesta giornata del campionato di Serie C girone C, a Potenza va in scena l’incontro tra il Sorrento e la Turris per via dei lavori (o presunti tali) di adeguamento dello Stadio “Italia”. Se infatti la speranza era di poter tornare finalmente a casa, dopo un’intera stagione in esilio forzato in Basilicata, la linea di partenza di questo tanto atteso restyling è stata per ora posticipata a dicembre-gennaio e si spera solo che, viste le solite lungaggini burocratiche in cui si incartano le nostre amministrazioni, questa ipotesi non abbia a protrarsi ulteriormente.

Conoscendo le contorte dinamiche che muovono l’Osservatorio sulle manifestazioni sportive, ero convinto facessero giocare questo match senza la tifoseria corallina, vista la rivalità regionale che la separa dai padroni di casa, seppur come detto “in affitto”. Invece no, nonostante lo stesso percorso stradale per raggiungere il capoluogo lucano, questa volta la stramba eminenza grigia della censura e del divieto ha deciso di smentirci e sorprenderci, lasciandoci a macerare in un’emulsione di perplessità e dubbi sul metro di giudizio usato per valutare la pericolosità delle gare e quindi i provvedimenti spesso inutilmente afflittivi da applicare.

A Potenza giunge il solito testardo e innamorato manipolo di sorrentini (circa una trentina) che attuano uno sciopero di una ventina di minuti nei confronti delle istituzioni proprio per la spinosa questione stadio, che per il secondo anno consecutivo li vede costretti in quel di Potenza. La Turris invece è seguita da circa un centinaio di ultras, sistemati nel settore ospite. Cori di scherno da entrambe le parti caratterizzano l’intero arco della gara, in cui non manca ovviamente il sostegno alle rispettive compagini. Al triplice fischio, le stesse tornano negli spogliatoi con un pareggio che alla fine le soddisfa entrambe, mentre i tifosi riprendono ognuno la propria strada senza ulteriori schermaglie.

Pier Paolo Sacco