Livorno è per due giorni capitale del basket nazionale, la Supercoppa è l’occasione ideale per gli amanti della palla a spicchi per vedere dal vivo una serie di partite sicuramente interessanti, in un palazzo dello sport accogliente che non ha nulla da invidiare a tanti altri impianti sportivi italiani. Il sabato il calendario propone ben quattro partite: si parte alle ore 14 con Cantù-Orzinuovi (serie A2), a seguire Montecatini-Roseto (serie B) e Fortitudo Bologna-Forlì (serie A2) per terminare a serata inoltrata con Pielle Livorno-Ruvo di Puglia (serie B). Un programma intenso in cui c’è la concreta possibilità di farsi una scorpacciata di partite con un solo biglietto. Sinceramente la vedo però dura presenziare a tutti gli incontri della giornata ma resta un’opzione che può pur sempre essere esercitata. Specie la prima partita viene giocata davanti ad un pubblico non troppo numeroso, del resto a catalizzare l’attenzione è sicuramente l’ultimo incontro del lotto che vede protagonista una delle due squadre locali.

Oltre l’aspetto sportivo c’è da valutare, ed anche parecchio attentamente, quello della sicurezza in quanto nell’area del palazzo dello sport di Livorno si vengono a concentrare una serie di tifoserie spesso rivali tra di loro, con lo spettro del precedente di Roma dove la situazione, in alcune fasi, sfuggì pericolosamente di mano. Rispetto a Roma, città enorme perciò difficile da controllare, Livorno è sicuramente più raccolta ed inoltre il palazzo dello sport intitolato a Modigliani si trova a poche centinaia di metri dall’uscita della superstrada che costeggia la città, perciò il lavoro di supervisione del territorio è agevolato dalla logistica. Nonostante tutte le premesse, però, anche qui qualcosa va storto, più specificatamente nel secondo incontro: tra termali e rosetani non scorre certo buon sangue e nel momento dell’ingresso delle due tifoserie sugli spalti, per un disguido organizzativo, non c’è nessuno a frapporsi fra le due tifoserie che arrivano a contatto; vola qualche asta e qualche seggiolino, qualche decina di secondi e sono le forze dell’ordine ad intervenire per riportare la calma. Tra gli ultras di Montecatini sono presenti i gemellati di Gubbio, Pesaro e Forlì tutti omaggiati con un coro ad personam e tutti presenti con la pezza di turno. Sull’altro versante i rosetani sono un gruppo compatto, chiassoso e particolarmente vivace, la situazione tra i due blocchi precipita nuovamente durante l’intervallo lungo, la polizia presente sugli spalti deve nuovamente indossare caschi e scudi in quanto gli animi si surriscaldano mentre le due tifoserie hanno una voglia matta di proseguire il testa a testa. Rosetani scatenati, forse anche troppo considerando le numerose telecamere che inquadrano ogni movimento e le forze dell’ordine presenti in buon numero che però non sembrano calmare i bollenti spiriti. Questi ultimi proseguono nelle intemperanze lanciando verso i rivali un paio di seggiolini divelti. Non manca la risposta della controparte ma dopo qualche momento di forte tensione, sembra che le forze dell’ordine unitamente al personale di sicurezza, riescano a contenere i contendenti.

Intanto sugli spalti fanno il loro ingresso i tifosi della Fortitudo, ingresso compatto, vengono attesi gli immancabili ritardatari ma già da una prima occhiata si può stabilire che numericamente fanno la parte del leone. Nei primi minuti la loro presenza è silente, probabilmente si attende di essere a ranghi compatti e mentre la sfida sul parquet tra Montecatini e Roseto volge verso il termine, viene aperto lo striscione della Fossa ed il gruppo si sistema sulla balaustra. È il preludio ad una serie di cori contro i rivali di turno, i forlivesi, e di rimando anche agli ultras di Montecatini che vengono attaccati verbalmente anche dai bolognesi dopo le schermaglie con i rosetani. L’aria all’interno del palazzo diventa pesante, le varie tifoserie non si risparmiano ed il duo Montecatini – Forlì viene attaccato da due versanti. Nel terzo incontro che vede protagonisti Forlì e Bologna, la tensione si affievolisce leggermente ma la soglia resta sempre alta, con gli ultras di Montecatini, o almeno una buona parte, che restano al fianco dei gemellati e proseguono come protagonisti lo sviluppo della serata.

Era facile immaginarsi da Bologna una presenza corposa ed in effetti è la tifoseria che porta a Livorno i numeri maggiori, anche a livello visivo non si fanno mancare nulla con un paio di striscioni esposti e qualche bandiera che dona sempre quel tocco di colore che si fa apprezzare. Il tifo della Fossa è continuo, aspetto non così scontato in uno sport dove le fasi di gioco influenzano il sostegno. Tra forlivesi e bolognesi non mancano i cori offensivi, i primi esaltano la Romagna disprezzando l’Emilia, i rivali non possono che rispondere per le rime. Il botta e risposta non è così stucchevole, le due tifoserie badano anche a sostenere i propri colori e sugli spalti la partita è quanto mai vivace.

Intanto la Curva Sud si comincia a popolare di tifosi locali, ovviamente è lecito attendersi numeri importanti, manca sempre molto all’inizio dell’incontro che vede la Pielle protagonista ma comunque tifosi ed ultras biancoazzurri non mancano di fare il loro ingresso in curva con notevole anticipo. La presenza degli ultras di Montecatini stimola i padroni di casa che scaldano le ugole prendendo di mira i rivali regionali, l’antipatia è atavica e recentemente è stata rinvigorita dal campionato appena terminato, così i cori si sprecano. Altri momenti di tensione sugli spalti, le tifoserie cercano il contatto, si vuole passare dalle parole ai fatti e c’è nuovamente bisogno dell’intervento della polizia che non si fa trovare impreparata.

Intanto arriva al termine anche l’incontro tra Fortitudo Bologna e Forlì, le due tifoserie si scambiano gli ultimi cori offensivi, sugli spalti sono una davanti all’altra perciò si vedono chiaramente. I primi a lasciare l’impianto sono i forlivesi, il tempo di salire sui mezzi per tornare verso casa che vengono fatti defluire anche i bolognesi con buona pace delle forze dell’ordine, che possono rilassarsi e allentare la tensione visto che nell’ultima partita c’è solo una tifoseria sugli spalti, quella di casa, che dopo le schermaglie con i termali, pensa solamente all’incitamento della propria squadra.

Il sabato si chiude con la vittoria della Pielle, un sabato di alta tensione con una serie di tifoserie che hanno vivacizzato un pomeriggio che ha visto protagonisti gli ultras della palla a spicchi; un bel clima dentro il palazzo, tensione, adrenalina, passione sono ingredienti che si sono respirati a pieni polmoni. Magari alle tifoserie è mancato quel tocco di colore in più ma comunque, per quanto riguarda l’attaccamento ai colori, nulla da eccepire e per gli amanti del genere è stato bello vedere anche la rete di amicizie esistenti tra gli ultras del calcio e quelli del basket. Mi sarei aspettato un pubblico neutrale più folto, vista la qualità del basket convenuto ed espresso: pensavo alla presenza di più appassionati provenienti da tutta la regione ed invece in questo senso le presenze sono state trascurabili.

La domenica la situazione è parecchio più tranquilla, nella prima partita si affrontano Roseto e Pielle Livorno ma dall’Abruzzo arrivano solamente una decina di tifosi mentre degli ultras (forse per strategia elusiva) questa volta non c’è traccia, perciò il tifo nel palazzo è solamente di marca livornese. La Curva Sud assiste ad una netta sconfitta della propria squadra che parte male e non riesce mai seriamente a rientrare in partita, una sconfitta che lascia l’amaro in bocca agli sportivi locali, visto che i programmi della società sarebbero quelli di provare a salire di categoria. Il tifo dei locali parte bene, bandierone copricurva ad accogliere le squadra in campo mentre nella parte alta vengono sventolati diversi bandieroni. Poi c’è ovviamente la voce ma il risultato inficia e parecchio il sostegno, così a parte qualche occasione, l’onere di tifare resta sulle spalle del nocciolo duro del tifo della Curva Sud.

La serata ed il programma della Supercoppa termina con le due squadre vincitrici delle semifinali del sabato, Orzinuovi e Bologna: a trionfare è la Fortitudo che alza il primo trofeo stagionale. Anche sugli spalti non si può dire che la presenza dei bolognesi sia passata inosservata, resta nell’immaginario comune una di quelle tifoserie che all’interno di un palazzetto può fare la differenza per numero, passione ed organizzazione.

Si chiude una due giorni particolarmente intensa, il basket conferma di avere tifoserie che poco hanno da invidiare a quelle calcistiche; ovviamente i bacini sono diversi, Forlì come Montecatini non si possono paragonare a città metropolitane ma comunque in questi frangenti ho potuto ammirare realtà che sono molto apprezzabili per impegno, costanza ed organizzazione.

Ultima annotazione, non di poco conto che mi preme rimarcare: nei giorni seguenti la manifestazione, gli organi di informazione hanno gettato benzina sul fuoco con ricostruzioni esagerate degli scontri avvenuti all’interno del palazzetto; qualche momento di tensione c’è stato ma alla prova dei fatti è stata più la classica “guerra rituale”, un mettere in evidenza la propria superiorità rispetto all’avversario senza creare materialmente danni fisici, prova ne è il fatto che non c’è stato alcun intervento del personale sanitario. Chi si è stupito della “violenza” attorno al pianeta ultras della palla a spicchi, mi pare che sia fuori dalla realtà oppure volutamente trascura il fenomeno: in una società dove quotidianamente si parla di guerra, dove giornalmente telegiornali e quotidiani ci inondano di eventi delittuosi, dove l’illegalità regna apertamente nelle stanze dei bottoni, sono gli ultras, non come persone ma come categoria, gli unici da mettere sul banco degli imputati? Oppure sono utili, come qualche sociologo sostiene, come folk devils? Ecco, quando oltre a issare sui balconi la bandiera della pace per sentirsi tutti più inclusivi e alla moda saremo capaci di fermare guerra e violenza con la diplomazia invece che con le armi, allora potremo fare la paternale anche a chi agita un’asta e mostra i muscoli.

Valerio Poli