Negli ultimi anni ho segnalato, in più articoli del mio blog Lodigiani, la mostruosità di alcuni infelici connubi calcistici, che uniscono o squadre inconciliabili tra di loro, o realtà che più diverse di così non si può (in Eccellenza Laziale, solo quest’anno, il Pisoniano è diventato Empolitana-Valle del Giovenco, riunendo una decina di comuni), o squadre che portano il nome di una o più località, ma poi giocano in ben altri posti (è il caso, per esempio, della Lupa Monterotondo, squadra che doveva unire Frascati e Monterotondo, sempre in provincia di Roma, e che poi ha finito per giocare in vari campi della Capitale. Per fortuna anche questo scempio è finito). Nonostante oggi questa moda delle fusioni improbabili quanto inconciliabili sia dilagante e inarrestabile, bisogna rendere atto a chi è progenitore, peraltro di successo, di tutto ciò: parlo ovviamente, dell’Albinoleffe.
Inutile dire che in molti non abbiamo mai guardato con tanta simpatia a questo sodalizio, che non accalora nemmeno molte anime della Val Seriana, là dove tutto è nato, nel 1998. E in Val Seriana, 15 anni fa, si sono unite, partendo dalla C2, le realtà dei vicini comuni di Albino e Leffe. Progetto, tra l’altro, contrastato anche dai tifosi dei due paesi. Dopo pochi anni la squadra andò in serie B, spostando la propria sede operativa a Zanica (dalla parte opposta della provincia rispetto alla Val Seriana) e il campo di gioco al Comunale di Bergamo, in condivisione con la non troppo entusiasta Atalanta. Facendo il punto di 15 anni di Albinoleffe, entità che possiamo non amare ma sicuramente neanche ignorare, c’è da dire che i risultati sono stati altalenanti: sotto il punto di vista sportivo, 9 anni di serie B, partendo dalla C2, sono inappellabili e indiscutibili, un risultato probabilmente non pensato neanche dagli stessi fondatori.
Il Leffe e l’Albinese non sono stati rifondati, e qualche tifoso della valle segue comunque la squadra, compresa la Nuova Guardia, un piccolo gruppo ultrà di numeri limitati che, va detto, in questi ultimi anni ha maturato una costanza che all’inizio non aveva. Ciò nonostante, nome a parte, l’Albinoleffe è sempre più lontano dal rappresentare i comuni di origine, e l’assurdo è che continua a giocare a Bergamo nonostante la retrocessione, maturata più di un anno fa, in Lega Pro, quando potrebbe tranquillamente tornare a disputare le proprie gare casalinghe a Leffe.
Ed è proprio il fascino del Comunale di Bergamo, ora Atleti Azzurri d’Italia, a spingermi verso Albinoleffe-Turris valida per il primo turno di Coppa Italia, il primo atto assoluto della nuova stagione agonistica italiana.
La giornata in realtà comincia là vicino, in un noto parco divertimenti dove passo la mattinata con la mia ragazza, salvo poi rimediare, causa giostre ad acqua, un’inzuppata di quelle storiche che, nonostante il sole cocente, non tende ad asciugarsi. Il che mi farà presentare all’ingresso del Comunale di Bergamo in condizioni a dir poco pietose, che giusto un inviato per Sport People può offrire.
Premetto che è la prima volta che vedo lo stadio di Bergamo, e lo faccio con la giusta riverenza e coscienza di chi ha girato tanto ma, solo dopo tanto tempo, riesce ad entrare in uno dei tempi storici del calcio italiano, rimasto ormai immutato da decenni. Ogni angolo dello stadio, incastonato dentro la città, trasuda di Atalanta e della passione che i tifosi hanno sempre avuto per la Dea. Tante le scritte di carattere ultras in ogni dove, e comincio ad immaginarmi cosa sia vivere una partita, magari sentita, dell’Atalanta. Nel contempo, immagino anche quanto sia difficile per l’Albinoleffe ed i suoi pochi tifosi collocarsi in questo contesto.
Di contro, l’avversario odierno, è quella Turris della quale ho visto diverse volte la sua tifoseria, che, sono sicuro, oggi non steccherà l’appuntamento. La Turris, dopo anni di serie C, è ormai da tempo stabile fra i dilettanti, quindi immagino cosa vuol dire per i tifosi venuti dalla provincia di Napoli giocare in un impianto del genere. La loro presenza la scorgo già da fuori, col pullman parcheggiato all’esterno del settore ospiti, insieme a diversi mezzi privati. Per quanto riguarda la tifoseria di casa, saggiamente, si è deciso di aprire la sola tribuna centrale che, sicuramente, non ha possibilità alcuna di essere riempita.
Oltre alla motivazione di scattare in campo all’Atleti Azzurri, si aggiunge il dato di fatto che, in Coppa Italia, almeno le tifoserie che arrivano dalla serie D non possono avere la tessera del tifoso, e, ovviamente, questo vale anche per i ragazzi di Torre del Greco. Una trasferta quasi all’antica, sotto certi punti di vista. Da segnalare anche che i tifosi della Turris non hanno richiesto autorizzazioni per gli striscioni. E, con una gran dose di buon senso, nessuno tra gli addetti alla sicurezza, all’ingresso, ha nulla da obiettare sulla loro introduzione nello stadio.
Nonostante il gran caldo, l’Albinoleffe è stata l’unica società, di quelle che giocano in casa il primo turno, a fissare l’orario della partita per le 16:30, in piena afa di Agosto. Il fratino giallo che mi dà la società (che devo ammettere, è organizzatissima), serve almeno in parte a coprire una t-shirt troppo fradicia per i bagordi appena trascorsi. I corallini sono già dentro, sistemati nel settore ospiti, mentre i ragazzi della Nuova Guardia Albinoleffe stanno mettendo il loro striscione. Manca mezzora all’inizio della partita e approfitto per farmi un giro a tutto campo e godermi il posto dove mi trovo. Qualche scatto di prova lo dedico al settore ospiti, dove i tifosi della Turris si sono posizionati dietro gli striscioni “Torre del Greco” e “Diffidati”. Da segnalare molti striscioni di gente trapiantata al nord, tra cui Padova, Reggio Emilia e Pavullo. Di sicuro sono loro a “sentire” di più la partita rispetto ai dirimpettai bergamaschi, e persino la squadra in campo, nonostante la calura, sembra metterci molto impegno ed entusiasmo in quello che, nella stagione “normale”, viene chiamato riscaldamento.
Tra le due squadre corrono ben due categorie di differenza ma, ogni tanto, qualche sorpresa ci sta, anche perché in Estate molti valori tendono a livellarsi. Il vero peccato è l’insistenza della Lega a favore di questa formula astrusa, dove sono sempre le squadre più forti a giocare in casa, con l’effetto perverso che, alla fine, vanno avanti sempre le solite note e che chi compie magari un’impresa, molto difficilmente ne potrà compire una seconda al turno successivo. È questo, a mio avviso, il motivo per il quale la gente si è allontanata da questo torneo, svuotato di contenuti agonistici validi e di interesse generale.
Tornando alla gara, essa comincia con diversi minuti di ritardo. Intanto il gruppo di ultras della Turris si è compattato e ha cominciato ad intonare diversi cori secchi per i diffidati; sono circa un centinaio, a conti fatti, gli ospiti presenti nel settore loro destinato. In tribuna coperta saranno forse 200 gli spettatori totali, di cui una ventina i ragazzi della Nuova Guardia.
L’ingresso in campo, che presenta una temperatura di poco al di sotto dei 40 gradi all’ombra, vede il settore ospiti colorarsi di bandierine rosse che sventolano tutti. Ormai vedere anche piccole coreografie del genere è una rarità, e l’iniziativa dei ragazzi di Torre del Greco per caricare di più la squadra va senz’altro apprezzata. Meno evidente, ma discreto, il colpo d’occhio dall’altra parte, dove vengono sventolate diverse bandierine azzurre targate “Nuova Guardia” più una bandiera dello stesso genere ma decisamente più grande.
È evidente, fin da subito, che gli ospiti sono più motivati, costanti ed entusiasti nel sostenere il loro undici. Sin dai primi minuti, infatti, i Corallini si prodigano in diversi battimani ma anche in cori tenuto a lungo, segno questo di come, bene o male, nonostante l’inizio della stagione e il clima rovente (c’è persino chi sta in costume) le corde vocali siano già in forma campionato. Sempre in questa prima frazione un’altra rarità, per questi tempi, ovvero uno striscione di carta tematico: “Sarò con te ovunque sarai” recita il doppio striscione alzato dagli ultras ospiti, che, anche mentre tengono il messaggio alzato, si prodigano in bei battimani. Sul versante opposto, se proprio devo dirla tutta, almeno da quel che ho sentito dire per anni, i ragazzi dell’Albinoleffe me li aspettavo peggio: è vero, non sono tanti e mancano di grande continuità fra un coro e l’altro, ma c’è da dire che, quando cantano, aiutati anche dal rimbombo della tribuna, il risultato è abbastanza buono. Chiaramente nessun rapporto fra le due tifoserie, che non si sono mai incontrate prima, per forza di cose.
Sul campo l’avvio di gara vede una Turris che sembra tenere botta piuttosto bene contro i più quotati avversari. Parlavo prima di risultati clamorosi che di tanto in tanto maturano in questo torneo, e probabilmente su questo filone di pensiero si saranno sintonizzati gli ultras della Turris quando, al 19°, viene fischiato un rigore a favore degli ospiti per un evidente fallo di mano. Sibilli realizza il primo gol della Turris di questa stagione, che fa esplodere letteralmente di gioia il settore degli ospiti. Inutile dire che cresce il fermento e l’entusiasmo aiuta ulteriormente a migliorare la prestazione vocale. Va notato come quasi la totalità dei tifosi della Turris, nonostante la metà o quasi sia residente al nord, canti costantemente accanto a chi la squadra la segue sempre.
Il rovescio della medaglia è che i professionisti dell’Albinoleffe si svegliano. Eccome se si svegliano. La pressione verso l’area campana aumenta in maniera quasi asfissiante e ci pensa persino la traversa a salvare il vantaggio ospite. Tuttavia non c’è da aspettare molto per il pareggio seriano, che arriva al 27° con un tiro di Maietti. Anche gli Albinoleffesi possono lasciarsi andare alla loro prima esultanza stagionale, vedendo anche la seria possibilità della qualificazione al turno successivo. Anche perché la musica, dopo il pareggio, non cambia, e spesso ci pensa l’estremo difensore ospite a barricare la porta e a salvare il risultato. Ora la differenza di categoria si vede tutta, ma non molla la squadra venuta dal sud, così come non mollano i loro tifosi che oggi, devo ammettere, stanno facendo una prestazione di alto spessore.
Il primo tempo termina 1-1 con le squadre che corrono negli spogliatoi per cercare un po’ d’ombra. Io pure mi lascio andare ad una cosa che non faccio mai: esco da bordo campo, vado nel non affollatissimo bar della tribuna coperta e mi prendo un ghiacciolo che poche volte nella vita ho gustato con così tanta intensità, imitato dalla quasi totalità degli avventori. Un po’ di fresco per tutti in una giornata veramente torrida.
Nel secondo tempo la temperatura cala di appena qualche decimo di grado, eppure l’intensità di gioco non ne risente affatto. Come per metà buona del primo tempo, a spingere sull’acceleratore è l’Albinoleffe, squadra che evidentemente non ha nessuna voglia di prolungare la sauna fino ai tempi supplementari. I dati del possesso palla cominciano ad essere spietati e la Turris appare sempre più alle corde.
Gli ultras, quasi tutti andati a cercare una bibita fresca tra primo e secondo tempo, ci mettono, da ambo le parti, qualche minuto a ricompattarsi e a riprendere con alta regolarità il tifo. Il risultato è che si vedono di nuovo gli ultras della città del corallo che riprendono ad incitare la squadra sempre più in difficoltà e, anche sulla sponda opposta, la gola bagnata sembra aver fatto bene alla Nuova Guardia. Ammetto che, essendomi spostato sotto al settore ospiti, ora sento quasi esclusivamente i ragazzi arrivati dal meridione ma, di tanto in tanto, distinguo bene anche i cori di marca celeste.
Verso la metà della ripresa, sempre dai gradoni del settore ospiti, si alza uno striscione: “28 Luglio 2013 vicini al vostro dolore”. Destinatari del messaggio di solidarietà, le vittime del bus precipitato dal viadotto in Irpinia. Applausi convinti degli stessi campani a sottolineare lo striscione, giusto qualche timido battito di mani dalla Tribuna di casa, forse anche perché, per la dicitura non proprio esplicita, non era chiaro a chi si rivolgesse lo striscione.
Che la partita sta arrivando ai titoli di coda lo si capisce al 68°, quando Cissè firma il sorpasso seriano, che diventa definitivo nell’arco di tre minuti, quando un bel tiro di Corradi porta a tre le reti dei padroni di casa. In entrambi i casi belle le esultanze dei ragazzi di fede celeste, mentre, chiaramente, un po’ di sconforto comincia a serpeggiare tra i tifosi di Torre del Greco. Ma è solo questione di qualche istante, perché la prova canora ospite riprende più e forse meglio di prima, anche per ringraziare una squadra che, finché ha retto, ha dato veramente tutto. Ed è troppo persino la punizione del gol del 4-1, arrivato quasi all’ultimo secondo per merito di Vorobjovs.
Ora la partita è veramente finita. L’Albinoleffe va al turno successivo, dove giocherà in trasferta a Trapani (per fortuna, di questi tempi, un volo Ryanair sistema tutto), mentre la Turris esce a testa più che alta da questa sfida dove partiva sì sfavorita, ma di certo non perdente. Sanno di aver dato tutto anche i giocatori militanti in serie D per tentare questa sfida impossibile, che si prendono il giusto applauso da parte dei loro sostenitori, che ora dovranno più che altro pensare all’imminente lungo, e caldo, viaggio di ritorno. Per loro, tranne code play-off o titolo scudetto a Maggio, questa sarà, probabilmente, la trasferta più lunga dell’anno. Ma si sa, i ricordi sono sempre più belli proporzionalmente ai chilometri percorsi.
Stefano Severi.