A distanza di sette giorni dal match di andata in terra elvetica, terminato con un pareggio a reti bianche, il Trabzonspor affronta gli svizzeri del San Gallo per la fase finale degli spareggi di Conference League.

Il Trabzonspor ha sede a Trebisonda, come la conosciamo in italiano (Trabzon in turco), città sulla costa nord-orientale turca, affacciata sul Mar Nero. Questo specchio d’acqua era chiamato, nell’antichità, Ponto Eusino; tra l’VIII e il VII secolo a.C., le sue coste furono oggetto di una colonizzazione da parte delle città greche, eoliche e ioniche, che erano poste sull’attuale costa turca mediterranea. Tale processo non fu intenso come nell’Italia meridionale (Magna Grecia) e in Sicilia, ma ha comunque lasciato la sua impronta. Trapezunte, l’attuale Trebisonda, fu dunque fondata sul litorale pontico meridionale da coloni di Mileto, un importante centro dell’antica regione della Caria, nell’odierna Turchia occidentale.  

La squadra turca è il principale club calcistico cittadino e uno dei team più importanti del campionato turco; infatti, oltre a vantare svariate partecipazioni alle competizioni europee, custodisce in bacheca diversi scudetti, l’ultimo risalente alla stagione  2021/22.

Il club è una polisportiva, ma ha nel calcio la sua massima espressione, soprattutto in termini di seguito. Il football, da queste parti, è molto seguito, tanto che la passione che lega la gente del posto ai colori bordeaux e celeste la tocchi con mano in ogni angolo della città, dai bar, ai ristoranti, arrivando ai taxisti: il Trabzonspor va oltre le semplici logiche sportive, rappresentando di fatto anche una forma di resistenza al potere politico e culturale che Istanbul ricopre da millenni.

Il problema delle strisciate” è presente a ogni latitudine: in Italia, con Juve, Milan e Inter, come in Turchia, dove i tre club di Istanbul (Galatasaray, Fenerbahce e Besiktas) monopolizzano il tifo calcistico nella nazione; tuttavia da noi, come in Turchia, esistono realtà calcistiche che riescono ad attirare a sé un seguito importante di tifosi che allo strapotere e al fascino dei club più blasonati, preferiscono l’amore per la propria terra. In questo lembo di Turchia bagnato dal mar Nero, il Trabzonspor è la squadra dell’intera regione: recenti sondaggi hanno dimostrato che circa il 72% degli abitanti di Trebisonda sostiene la squadra della principale città orientale turca.

Per quanto riguarda il San Gallo, il match è di importanza epocale: l’ultima apparizione in una fase finale di un torneo europeo risale all’ormai lontano 2013. I tifosi svizzeri sono poco meno di 200 e prima del match si ritrovano in un bar nei pressi del Meydan Park, zona centrale della città. Nonostante l’importanza della posta in palio, non si registrano particolari momenti di tensione e anche il dispiegamento di forze dell’ordine non è imponente. Nel corso della giornata, tra l’altro, non sono pochi i tifosi turchi che prima della partita provano a socializzare con gli ospiti. Quando poi mancano poco meno di due ore all’inizio delle ostilità, i supporter del San Gallo si muovono verso lo stadio, trasportati da bus cittadini.

L’impianto dei padroni di casa, la cui antica denominazione era Hüseyin Avni Aker, prende il nome dello sponsor principale, Papara Park. L’impianto, ammodernato recentemente, presenta per l’evento serale circa 30 mila persone, molte delle quali sfuggono, però, ai dati ufficiali, che parlano, invece, di circa 26 mila spettatori.

Gli ospiti regalano una bella torciata, impresa abbastanza ardua considerando gli asfissianti controlli ai quali sono stati sottoposti, visto che prima di entrare nel settore loro dedicato sono stati oggetto di perquisizione per ben tre volte. Nella bolgia del Papara Park riescono a farsi sentire sporadicamente, ma regalano comunque un buono spettacolo dal punto dista del colore, grazie allo sventolio continuo dei propri vessilli.

I padroni di casa, invece, si collocano in vari settori dello stadio e all’inizio del match sfoggiano un copricurva con i colori e simboli del club.  Per tutto il match sostengono la propria squadra. Al minuto 61 danno vita al solito spettacolo coreografico, fatto di fumogeni e rotoli di carta lanciati in campo. i tifosi di casa ricordano così gli eventi del 1461, anno in cui cadde l’Impero di Trebisonda, ultimo territorio di cultura bizantina dopo la caduta di Costantinopoli (Istanbul) nelle mani degli Ottomani nel 1453.

La partita non regala particolari emozioni. Al vantaggio degli svizzeri nella prima frazione, i turchi rispondono nella ripresa con una rete di Destan al minuto 52. I novanta minuti regolamentari terminano in parità, ma l’equilibrio si mantiene anche nei tempi supplementari. Si rendono così necessari i rigori ed è, alla fine, il San Gallo ad avere la meglio.

Al termine delle ostilità gli ospiti festeggiano, dunque, l’approdo a una fase finale di una competizione europea che mancava – come detto – dal 2013, quando proprio il 29 agosto, vincendo contro i russi dello Spartak Mosca, si qualificarono alla fase finale dell’Europa League. I padroni di casa, invece, scaricano la propria rabbia contro la società, che accusano di non aver allestito una squadra capace di superare il turno, mancando già il primo obiettivo stagionale.

Testo di Michele D’Urso
Foto di Remo Zollinger