La sfida tra la Turris e l’Altamura rappresenta il posticipo del lunedì del quattordicesimo turno di C. Si gioca allo stadio “Liguori”, alle 20:30, in una fredda serata di novembre. Torno nel centro costiero dopo diversi anni, essendo stato qui l’ultima volta nel 2019, per il big-match dell’allora campionato di D tra i campani e il Bari. Negli anni seguenti i Galletti sono risaliti in B, venendo anche privati del sogno della A dal Cagliari di Ranieri, mentre i corallini hanno ritrovato il professionismo soltanto nel 2020, un ventennio dopo l’ultima apparizione nella vecchia C2, datata 2000-01.

Quando mi metto in auto per raggiungere il Golfo, mi aspetto dunque molti cambiamenti da quel giorno, che tasto materialmente quando sono in prossimità dello stadio. Se la viabilità intorno ha subito delle modifiche e sono stati incrementati gli sbarramenti, all’interno la grande novità è rappresentata dall’inversione dei settori: la gradinata scoperta, che prima era il feudo dei gruppi locali, è ora riservata alle tifoserie che vengono da fuori; a loro volta, gli ultras corallini hanno trovato una nuova collocazione proprio nel vecchio settore ospiti, dal quale è stata fortunatamente rimossa l’ingombrante vetrata che ostacolava il tifo.

Al netto degli adeguamenti alla nuova categoria, ciò che trovo immutato è il fascino di questo posto, sia dentro che fuori, dove i segni sui muri testimoniano l’attaccamento di questa piazza ai propri colori. Torre del Greco è una città che ha sempre orgogliosamente espresso la propria identità corallina, nonostante i soli venti chilometri da Napoli. Il “Liguori”, poi, che è situato nel cuore pulsante del centro abitato, è uno stadio indiscutibilmente suggestivo, un pezzo di storia incastonato tra i palazzi, in mezzo ai quali si fa strada la ferrovia vesuviana.

In questa fredda serata di novembre, dunque, i riflettori di Viale Ungheria si accendono per una sfida tra due squadre dagli stessi colori, coinvolte nella lotta salvezza. Circa 1.200 spettatori, di cui un’ottantina dalla Murgia, fanno da contorno al match. All’ingresso in campo dei ventidue atleti, la curva di casa presenta un bellissimo colpo d’occhio. Alla mia sinistra vedo i drappi dei gruppi “Zona Rossa”, “Cattive Compagnie” e “Hijos de Barrios”, mentre a destra campeggiano le pezze “Torre del Greco” e “Gpv”. I padroni di casa dimostrano tutta la loro qualità con una prestazione di livello, che li vede sgolarsi dal primo al novantesimo. I campani non si mettono in mostra solo per l’apporto canoro, ma anche per il colore, sventolando tante bandiere e aprendo molteplici stendardi, alcuni davvero belli. Nel corso della partita accendono anche luminarie. Tra i cori che intonano, oltre al sostegno consueto ai propri colori, se ne registrano alcuni contro le storiche rivali Savoia, Cavese e Matera. Nel settore con la pezza “Torre del Greco”, inoltre, nel secondo tempo viene espresso dissenso verso la tessera del tifoso. In sintesi, la prestazione della tifoseria di casa è davvero convincente, e favorita, a mio avviso, dalla presenza di soli ultras nella curva. Da segnalare anche l’ottimo pubblico in tribuna, con molti dei presenti che assistono alla partita in piedi e producono un bel boato al gol della loro squadra

Venendo ai pugliesi, gli altamurani dimostrano ancora una volta di meritare ampiamente la categoria, presentandosi a Torre del Greco in circa 80 unità, nonostante il giorno lavorativo. Arrivano a bordo di un autobus e varie auto. Dopo la loro bella entrata, si compattano in basso dietro le pezze, e anche loro tifano per tutti i novanta minuti, sventolando continuamente un bandierone e accedendo delle torce. Segnalo anche la loro accesa esultanza al gol del vantaggio e la consueta sciarpata, che colora di biancorosso il settore.

In campo la partita è altrettanto divertente, con le due squadre che non badano molto ai tatticismi e creano numerose occasioni. Le reti arrivano tutte nella ripresa: al vantaggio altamurano di Leonetti su rigore, al minuto 13 della seconda frazione, risponde Pugliese a dieci minuti dal termine, spegnendo così il sogno dei murgiani di portare a casa l’intero bottino.

Quando l’arbitro fischia la fine, purtroppo termina anche la mia serata al centro del Golfo. Torno a casa felice per il mio ritorno in questo stadio dopo vari anni e con la consapevolezza che, nonostante i cambiamenti, Torre del Greco ha mantenuto intatta la sua anima!

Testo e foto di Andrea Calabrese