Dopo Gubbio-Vis Pesaro, il giorno successivo mi reco a Urbania, l’antica Casteldurante, nella regione storica del Montefeltro dove, alle 14:30 è previsto l’interessante incontro Urbania-Osimana, semifinale d’andata della Coppa Marche.
Arrivo con un buon margine di anticipo, per dedicare una visita approfondita allo stadio, che nello scorso aprile è stato dedicato a Giuseppe Guerra. Urbania mi ricorda molto la più nota Urbino. Il suo monumento più importante è il Palazzo Ducale, costruito ai tempi di Federico da Montefeltro, un celebre Signore medievale. Giunto all’entrata principale dell’unica tribuna dell’impianto, trovo la targa dedicata a Giuseppe Guerra, per tutti “Gion”, grande appassionato della squadra locale, nella quale ha militato dapprima come calciatore, poi come allenatore e dirigente. Deceduto nell’agosto 2022, alla veneranda età di 95 anni, lascia un vuoto incolmabile nella piazza durantina, che ha voluto omaggiare la sua figura intitolandogli, appunto, lo stadio comunale. Appena varcata la soglia, si notano gli adesivi della tifoseria dell’Urbania: sinceramente non ho ricordi di gruppi ultras in questa località, se non per qualche apparizione sporadica nei tempi migliori. Rimango comunque impressionato dalle foto affisse alle pareti del bar, che immortalano momenti della storia calcistica locale dagli anni Settanta ai Novanta.
Successivamente effettuo il classico giro all’esterno. Da fuori riesco a vedere la tribuna, i cui gradoni hanno i colori dell’Urbania, il bianco e il rosso. La parte centrale ha una copertura, mentre le due estremità sono scoperte. Quella alla mia destra è riservata alla tifoseria ospite ed è separata dal resto della gradinata da una rete metallica abbastanza robusta. Proseguendo c’è il botteghino e l’entrata riservata alle tifoserie ospiti, anche se oggi gli spettatori entreranno tutti dallo stesso ingresso centrale.
Terminata la mia perlustrazione, non mi resta che entrare nel rettangolo verde. Noto immediatamente l’assenza di qualsiasi forma di tifo organizzato tra i padroni di casa. Prescindendo dal discorso ultras, mi aspettavo comunque una partecipazione più numerosa del pubblico durantino, che si ferma invece a un centinaio di unità. A pochi minuti dal fischio d’inizio, vedo invece entrare nel settore dedicato una decina di ultras ospiti, che sistemano le loro pezze, tra le quali scorgo la presenza degli amici di Tolentino, venuti a dare manforte in questa partita estremamente importante.
Se, dunque, sulla sponda locale non segnalo nulla, tranne l’esultanza ai due gol della squadra ospitante, nel settore osimano la musica è totalmente diversa. Mentre il colore si limita a una semplice bandierina sventolata in diverse circostanze, dal punto di vista vocale i giallorossi partono davvero bene, cantando ed effettuando discreti battimani. La loro squadra non li aiuta, dato che in appena tredici minuti l’Urbania segna due gol di marca argentina: il primo con Farias, il secondo con il connazionale Nunez. Per i giocatori e gli ultras osimani è una doccia fredda, anzi freddissima, dato che i padroni di casa continuano ad attaccare cercando la terza rete. Nel momento più delicato della partita, ci pensa però il neoentrato Bugaro, al ventiseiesimo, a riportare a galla i “senza testa”, facendo così esultare gli ultras ospiti, che riprendono coraggio e ricominciano a incitare gli undici in campo, nonostante qualche pausa dovuta al passivo.
Nel secondo tempo l’andamento dell’incontro cambia. Nei primissimi minuti l’arbitro decreta un rigore per gli ospiti, che Minnozzi si fa parare dall’estremo difensore avversario. Questo episodio, tuttavia, invece di scoraggiare gli osimani in campo e sugli spalti, li carica ulteriormente. L’Urbania viene sovrastata nel gioco dalla squadra avversaria, incontrastata padrona del campo, e questo dominio si concretizza con il gol del pareggio realizzato da Mafei Selis a ventidue minuti dal termine. Gli ultras giallorossi, dopo l’esultanza, alzano notevolmente i decibel e quasi tutti i cori vengono accompagnati da decisi battimani. Gli ospiti ci credono e i cori diventano dei veri e propri boati. A sei minuti dal novantesimo la rimonta è completata: sempre Minnozzi si ripresenta sul dischetto, ma questa volta non sbaglia e fa esplodere di gioia i sostenitori giallorossi, autori nella ripresa di un sostegno ai limiti della perfezione; così, al triplice fischio, gli ultras osimani possono infine festeggiare con la squadra questa importante vittoria in trasferta, in attesa della gara di ritorno a Osimo.
Testo e foto di Marco Gasparri