Una serata intensa quella del 4 novembre, che ha visto il Vicenza imporsi sul Lecco con un gol firmato Carraro all’83’, restituendo fiato e speranza ai cuori biancorossi. La partita è stata tutto fuorché spettacolare nella prima frazione, un primo tempo scialbo e privo di spunti degni di nota, ma il secondo tempo è stato caratterizzato dal “Lane” che alza i ritmi, spinge sull’acceleratore e cerca con determinazione una vittoria fondamentale per il morale e la classifica.
Una serata freddina, o meglio dire umida, di quelle tipiche novembrine che ti fan venir voglia di startene a casa, divano, vino rosso e serie tv, ma che poi alla fine ti ritrovano ugualmente sugli spalti a seguire la tua amata squadra, quella passione più grande di ogni ragionamento di comodo. E sono ben novemila che rispondono presente, di cui 261 giunti da Lecco. Un ottimo numero davvero, corroborato dal fatto che si gioca di lunedì sera e con comoda diretta TV.
Tornando alla partita, nel corso della ripresa l’errore dal dischetto del vicentino Zamparo al 22’ sembrava aver spento per sempre le velleità di portare a casa i tre punti per i padroni di casa, ma nel calcio si sa, come il domani di Lorenzo de’ Medici, non v’è certezza, così è stato Carraro, a pochi minuti dalla fine, a segnare il gol del riscatto. Un tiro che ha squarciato la notte vicentina e ha fatto esplodere di gioia il “Menti”, risollevando le sorti di un’intera tifoseria e riportando il Vicenza a -7 dalla capolista Padova.
Ma come sempre sono stati i tifosi a dare colore e vita alla partita. La Curva Sud partita forte, sostenendo la squadra con cori potenti e anche molto continui rispetto al suo stile, ha poi però subito il peso della tensione della partita. L’incitamento si è fatto più rarefatto, con momenti di stanca, a braccetto con la prestazione dei giocatori che ha lasciato perplessi, almeno nel corso del primo tempo. Nei Distinti i “Fedelissimi” non sono sembrati in serata di grande spinta: il loro supporto è risultato altalenante, fatto di alcuni sprazzi di fervore ma senza la costanza che di solito li caratterizza.
Nel settore ospiti, oggi la Curva Nord, i tifosi del Lecco hanno fatto il loro ingresso a partita già iniziata, e lo hanno fatto in modo rumoroso, a braccia alzate, come un battaglione che scende in campo. L’ingresso è coreografico, con cori e un “bombone” esploso a bordo campo che attira l’attenzione dell’intero stadio. Un rituale che riempie l’aria di tensione e di adrenalina, mentre loro appendono le pezze, tutte rigorosamente a testa in giù come fanno da parecchio tempo. Ma quello che è saltato subito all’occhio positivamente nei lecchesi, è stata la compattezza: si sono presentati come un blocco unico, bandiere sempre al vento e cori a risuonare senza interruzioni, una testimonianza dell’attaccamento alla squadra anche dopo la dolorosa retrocessione dalla Serie B. Cori contro i vicentini non mancano, ma è soltanto il gruppo dei “Fedelissimi” a rispondere, creando un fugace botta e risposta.
Nel secondo tempo, però, la storia cambia. La Sud berica accoglie con entusiasmo il ritorno di alcuni diffidati, dedicando loro striscioni e cori. Il loro rientro è stato celebrato dalla curva con una fumogenata a colorare l’aria di arancione e bianco. E il tifo, alimentato anche dall’azione dei biancorossi che attaccano proprio sotto il settore più caldo dei sostenitori vicentini, si è fatto più costante. Il ritmo dei cori è cresciuto di pari passo con il passare dei minuti, un rincorrersi di speranze e paure, fino al momento liberatorio del gol di Carraro.
La serata si è poi chiusa con il triplice fischio che sancisce la vittoria del Vicenza. I giocatori del Lane, stremati ma visibilmente sollevati, sono andati verso la Curva Sud prima ed i Distinti poi per ricevere l’abbraccio dei propri tifosi. E sono proprio questi ultimi ad aver segnato, per certi versi, la partita: con la loro voglia di vincere e con la passione che arde sotto lo spesso strato di cenere degli ultimi ricorrenti e deludenti campionati. I lecchesi, dal canto loro, hanno dimostrato ancora una volta di essere una tifoseria solida, capace di restare compatta anche nelle difficoltà, di non lasciare mai sola la squadra nonostante tutto. “La gente come noi non molla mai” hanno intonato a fine gara gli ultras del Lecco, a confermare che loro ci saranno sempre, che si tratti di Serie B o Serie C.
Alla fine, quello che resta è una serata di calcio vero, di tifo genuino, di emozioni che solo lo stadio sa regalare. Una vittoria quella vicentina che non è solo tre punti in classifica, ma è speranza, è il desiderio di continuare a lottare, di non arrendersi mai. Per il Lecco, ancora alla ricerca di una sua identità, resta una prestazione comunque sufficiente ma di gran lunga inferiore a quella dei suoi sostenitori.
Testo e foto di Marcello Casarotti